Il Milan attraversa un momento complicato in campo e fuori: in Figc è stato ascoltato Furlani e l’indagine prosegue su diverse incongruenze
Di certo per il Milan non è un buon momento. In campo come anche fuori. Partiamo da quello che sta succedendo nel rettangolo di gioco, che ha trascinato i rossoneri in un vortice negativo: fuori dalla Coppa Italia già a gennaio, fuori dall’Europa League ai quarti con la Roma e scudetto consegnato all’Inter perdendo il derby. Una catastrofe, con l’unica consolazione del secondo posto che pare abbastanza blindato e significherà Champions League e Supercoppa Italiana in Arabia.
Per cui Stefano Pioli andrà via e Ibrahimovic, insieme alla dirigenza, è a caccia del prossimo allenatore da cui far ripartire un progetto nuovo di zecca. Van Bommel, Lopetegui, Conte, De Zerbi, Fonseca e il sogno Motta sono alcuni dei nomi che continuano a circolare da tempo. Poi la questione attaccante intricatissima, visto che sostituire Giroud non sarà semplice e anche qui il casting prosegue. Ibra vorrebbe Zirkzee, ma i costi sono alti. E poi c’è la questione extra-campo, l’indagine sulla cessione del club e della gestione cdei fondi, filone che prosegue dalle perquisizioni in sede. Come riporta ‘La Repubblica’, nelle scorse settimane anche l’ad Giorgio Furlani è stato ascoltato dagli investigatori del procuratore federale Giuseppe Chinè .”Nessuna discrepanza tra le comunicazioni a organo di controllo italiano e quello americano, e nessun socio occulto”, ha spiegato.
Milan, dalla censura alla penalizzazione: cosa può rischiare
Il Milan come società non è coinvolto nell’inchiesta penale, ma – spiega il quotidiano – in tema di giustizia sportiva “è in una strada stretta”. Se infatti l’ipotesi accusatoria della Procura di Milano trovasse conferme, si potrebbe contestare al club la violazione dell’articolo sugli obblighi di comunicazione, poi quello delle Noif che regola le “Acquisizioni e cessioni di partecipazioni societarie in ambito professionistico”. E infine la possibilità di una contestazione per illecito amministrativo, oltre all’articolo 4 su “lealtà, correttezza e probità” dei soggetti della Federazione. Come si traduce tutto questo? In astratto – scrive ancora il quotidiano – si potrebbe andare dalla censura alla penalizzazione in classifica.
Il Milan e Furlani ad ora restano sereni. La stessa ‘Repubblica’ ha raccontato che il pacchetto di maggioranza del Milan (poco più di 410 milioni di euro) non è negli Usa, ma nelle mani di un fondo privato con sede in Olanda, RB FC Holdings CV. E fonti della società avevano spiegato come la società veicolo facesse riferimento direttamente a Cardinale. La domanda a questo punto è: la gestione del fondo è di RedBird, ma di chi sono i soldi? Domanda, al momento, senza risposta. Insieme, riporta ancora il quotidiano, ad altre incongruenze che restano al centro dell’indagine della Procura di Milano che sospetta ancora di una vendita fasulla da Elliott. E di altri fattori come la controllante finale del Milan, in cui il ramo che fa capo a RedBird è bloccato dal diritto di veto di una società olandese dalla struttura indecifrabile.