Jannik Sinner continua ad essere al centro di accuse dopo il caso doping: spuntano nuove dichiarazioni che fanno discutere
Vince in campo e fa parlare i suoi colleghi al di fuori: si potrebbe riassumere così l’ultimo mese di Jannik Sinner. Il tennista italiano si è sbarazzato dello statunitense Tommy Paul negli ottavi di finale degli US Open per 7-6, 7-6, 6-1 e nella giornata di domani è atteso dalla sfida più ostica fin qui, quella contro Medvedev, numero 5 al mondo.
A far parlare, però, non sono solamente le gesta con la racchetta, ma soprattutto la vicenda doping che sta perseguitando il giocatore da tempo. Il tennista italiano, infatti, è finito al centro della polemica per la positività all’antidoping per via della presenza di Clostebol nel sangue. Nonostante il forte spavento, il Tribunale Indipendente ha completamente scagionato Sinner, dato che il responsabile di tale contaminazione è stato il suo fisioterapista.
Giacomo Naldi, infatti, ha utilizzato inconsapevolmente una pomata spray contenente la sostanza, per curarsi una ferita sulla mano e con la stessa ha poi curato Sinner per delle lesioni cutanee, trasferendola all’atleta. Nonostante sia stata immediatamente dimostrata la sua innocenza, il caso ha fatto il giro del mondo, facendo parlare da settimane detrattori e anche colleghi.
Sinner, arrivano le accuse Simona Halep: le dichiarazioni
Dopo la mancata difesa da parte di Novak Djokovic, le frecciatine di Carlos Alcaraz e le parole al veleno di Kyrgios, si è aggiunta Simona Halep. Anche lei è nell’elenco di tennisti che non ci hanno pensato un secondo ad attaccare la scelta di scagionare Sinner da qualsiasi colpevolezza e permettergli così di tornare subito in campo.
In passato numero uno del circuito WTA, la Halep è tornata a giocare solamente da pochi mesi, dopo che la sua squalifica per doping è stata ridotta da ben 4 anni a 9 mesi. Quasi un anno lontano dal campo, che le hanno portato sicuramente tanta rabbia, riversata anche nei confronti di Sinner: “Non credo che si tratti di una semplice difesa. Penso che sia qualcosa di molto chiaro ed evidente. È stato giudicato in modo totalmente diverso, ho sofferto molto. Io ho aspettato a lungo e non mi sembra giusto. Credo che tutti gli atleti debbano avere lo stesso trattamento indipendentemente dal fatto che siano numero 1 o numero 200”.
La rumena, vincitrice per 2 volte di uno slam, era stata trovata positiva al Roxadustat (un farmaco contro l’anemia) nel corso degli US Open di due anni fa. Inizialmente la squalifica avrebbe raggiunto addirittura i 4 anni. Stando all’accusa, infatti, la Halep avrebbe utilizzato quel farmaco in più di una circostanza, come evidenziato dal passaporto biologico. La difesa, però, è riuscita a dimostrare che la sostanza dopante era stata assunta in maniera completamente inconsapevole, tramite un integratore consigliato dall’allenatore Mouratoglou. Da qui la decisione di abbassare la condanna a 9 mesi.