La situazione della pirateria e dei diritti tv resta centralissima e dal presidente arriva un allarme rosso per tutti i club
Il calcio italiano, come quello europeo, continua ad attraversare una fase complicata in cui le varie componenti stanno ragionando e provando a modificare e rilanciare il ‘prodotto’. Tanti i temi da affrontare e risolvere, in particolare la Lega Serie A ha battuto negli ultimi mesi sul tasto della ‘pirateria che uccide il calcio’, con tanto di campagna dedicata nelle prime due giornate di questo campionato. Anche se la piattaforma ‘piracy shield’ per ora non pare un deterrente così efficace o comunque definitivo e completo.
Problemi simili, per non dire identici, ce l’hanno pure in Liga dove il presidente Javier Tebas lancia un allarme importante: “Se la situazione della pirateria non cambia entro due anni, i diritti tv verranno abbassati. Il calcio stanzia 200 milioni di euro affinché il CSD li distribuisca in gran parte agli atleti d’élite. Queste entrate verrebbero dimezzate, i club scomparirebbero, gli stipendi calerebbero… In Argentina, la giustizia ha costretto Google a rimuovere le applicazioni pirata dai cellulari. In Spagna presenteremo denunce penali contro Google, in Francia, in Ecuador, in Brasile… Ora basta. Il 40% della popolazione spagnola è pirata. Se non risolviamo questo problema ci troveremo in una situazione molto complicata. Le grandi aziende tecnologiche devono smettere di collaborare con la pirateria”, le sue parole alla ‘Nueva Economía Forum’.
Non solo pirateria e diritti tv, caos anche sul Mondiale per Club: “Rischio sciopero dei calciatori”
Non solo, perché nelle parole riportate da ‘AS’, Tebas parla pure del Mondiale per Club, a cui parteciperanno anche Inter e Juventus: “Non è solo un problema di salute dei giocatori. Mette a rischio il resto del settore perché compromette la sostenibilità economica, che sta già crollando. I posti di lavoro verranno distrutti, i club di medie dimensioni perderanno denaro. Questo è ciò che accadrà. Stiamo già notando col nuovo format Champions, il valore dei diritti tv è diminuito in alcuni paesi. Questi cambiamenti di format danneggiano l’industria e i club. Dobbiamo avere competizioni nazionali forti. È ciò che deve essere incoraggiato”.
Inoltre sullo spettro di uno sciopero dei giocatori, Tebas aggiunge: “Non sono un sostenitore degli scioperi, ma potrebbe essere vero, dalle conversazioni che ho avuto. Sindacati e leghe sono abbastanza uniti. C’è un rischio latente nel settore del calcio. Sta portando alla morte economica delle leghe nazionali. Negli ultimi dieci anni il calcio spagnolo ha perso 30 milioni di euro, la Premier League 5mila. Questo crea inflazione. La sostenibilità economica è molto importante. La UEFA dovrebbe lavorare molto di più, anche se lo sta già facendo, ma dovrebbe farlo più velocemente”.