Una brutta pagina di sport si è abbattuta ancora una volta sul calcio italiano: dopo gli insulti razzisti, la partita è stata subito sospesa
Il calcio è fatto di gesti tecnici, vittorie, sconfitte e grande passione, che catturano ogni giorno l’attenzione di milioni di tifosi in tutto il mondo. A volte, però, il lato puramente sportivo di ciò che succede in campo passa ben presto in secondo piano e purtroppo bisogna subito prendere le distanze rispetto a quanto accade sugli spalti.
Anche in questo caso, dobbiamo darvi conto di un gesto veramente brutto che ha portato alla sospensione di una partita in Italia. È successo nel match di fine settembre tra il Monselice e il Torre, partita valida per la quarta giornata di Promozione, girone C. Gli ospiti erano in vantaggio con il risultato di 2-1 all’88esimo minuto quando l’arbitro si è trovato costretto a decretare la fine anticipata dell’incontro a causa di insulti razzisti.
Promozione, il Monselice prende subito le distanze dagli insulti razzisti
Il Torre era riuscito a portarsi in vantaggio con il risultato di 2-0 in loro favore, poi i padroni di casa hanno accorciato le distanze, nonostante l’inferiorità numerica, ma all’88esimo un grave gesto ha oscurato qualsiasi velleità sportiva. Il pubblico ha iniziato a urlare insulti discriminatori nei confronti dell’assistente arbitrale Kouassi Francis Amon della sezione di Treviso, che ha lasciato il campo e si è diretto verso gli spogliatoi.
La partita si è conclusa con qualche minuto di anticipo e ora sarà il Giudice Sportivo a stabilire l’esito dell’incontro. Resta una macchia enorme sulla stagione del Monselice, che la società ha subito cercato di attenuare prendendo le distanze rispetto a quanto accaduto in quei maledetti minuti finali.
È stata pubblicata, infatti, una nota ufficiale per esprimere il disappunto sull’episodio di razzismo: “Come società ci dissociamo e prendiamo le distanze dalla persona che ha proferito espressioni razziste nei confronti dell’assistente arbitrale“, si legge immediatamente e subito dopo sono arrivate delle scuse piuttosto sincere. “Ribadiamo il nostro continuo e incessante impegno contro il razzismo e contro qualsiasi altra forma discriminatoria”, conclude la nota.