Antonio Conte, primo in classifica con il Napoli, non viene risparmiato dalle critiche. L’attacco è durissimo: “Ridicole”
Primo in classifica dopo sei giornate di campionato. Nessuno poteva aspettarsi dopo il ko di Verona alla prima giornata, un Napoli capace di mettersi per il momento alle spalle tutte le rivali per la corsa allo scudetto.
Antonio Conte ha però trovato la quadratura giusta, grazie anche agli acquisti arrivati negli ultimi giorni di calciomercato, e la squadra ha iniziato a vincere. Il tecnico salentino predica calma, rifugge dal ruolo di candidato allo scudetto, ma intanto non è certo dispiaciuto di andare alla seconda pausa del campionato da primo della classe. Lo si capisce anche dalle esultanze che l’allenatore fa dopo ogni gol della sua squadra.
Braccia agitate al cielo e sorriso per gioire dei gol della sua squadra che venerdì sera ha battuto 3-1 il Como, dimostrando anche di saper soffrire quando è il momento. C’è però un appunto che arriva proprio a Conte, relativo al suo modo di seguire dalla panchina la partita.
Conte e lo show in panchina, attacco diretto: “Ridicolo”
Il modo di vivere le partite e di esultare di Antonio Conte non è piaciuto a Tony Damascelli che lo ha scritto in maniera molto diretta su ‘Il Giornale’.
Il giornalista definisce il primato del Napoli non una sorpresa, considerando che “Aurelio De Laurentiis ha investito come mai prima” d’ora ed ha scelto “uno dei migliori allenatori, Conte”. Un Conte che “in assenza di impegni europei, può trasferire meglio le proprie idee su un organico vario e potente”, ma che si esibisce in atteggiamenti poco graditi: “Restano ridicole le esibizioni a bordo campo – scrive Damascelli – , sue e del suo enorme staff”.
Un appunto che non riguarda certo l’impatto che Conte ha avuto sul Napoli: la squadra completamente svuotata dello scorso anno è ormai un lontano ricordo, con gli azzurri che lottano su ogni pallone e hanno imparato anche a chiudersi in difesa, soffrire nei momenti di maggior difficoltà e colpire al momento giusto. Un cambio di paradigma rispetto al passato, rispetto ad una squadra che prima di Conte era abituata a vincere soltanto dominando il match.